Dopo oltre sei mesi di trattativa, la direzione aziendale e la maggioranza della RSU, a seguito della ratifica avvenuta in assemblea dei delegati (26 a favore, 10 contrari e due astenuti), il giorno 11 marzo 2019 hanno firmato il contratto integrativo aziendale.
Siamo perfettamente consapevoli che, come accade ogni volta a seguito della conclusione di una lunga trattativa, ci saranno sempre coloro che riusciranno a rivendicare di aver ottenuto qualcosa di buono per i lavoratori. Siamo perfettamente consapevoli che vi diranno che di meglio non si poteva fare perché non ci sono i soldi a disposizione. Siamo perfettamente consapevoli che molti lavoratori vi potranno trovare miglioramenti economici, come il passaggio di fascia o piccoli aumenti su alcune indennità, ci sono però alcuni aspetti di cui noi non possiamo in alcun modo non tenere conto. Aspetti che possiedono un valore che per quanto ci riguarda non si può in alcun modo retribuire: la dignità.
Stiamo vivendo un momento storico drammatico, in cui il mondo sindacale e dei diritti è sotto attacco continuo. Sotto gli occhi di tutti è la repressione violenta dello stato e dei padroni che colpisce chiunque decide di non abbassare la testa e voglia autorganizzarsi. Abbiamo creduto e ci siamo illusi che questa contrattazione poteva essere un momento in cui si sarebbe potuto di dare almeno un segnale diverso e che potesse andare in una direzione opposta a quella quasi succube a cui abbiamo assistito in questi mesi. Non pretendevamo certo una rivoluzione ma quanto meno un segnale di unità di intento e come RSU non crediamo potesse essere cosa impossibile. Prendiamo atto invece che ancora una volta l’interesse delle varie sigle ha prevalso sul buon senso. Mai una volta si fosse pensato ai lavoratori del comparto in quanto tali. Mai una volta si sia posto l’accento sul fatto che le condizioni disumane, di ricatto a Careggi le vivono i lavoratori del comparto e non chi appartiene ad una categoria rispetto ad un’altra. Mai una volta si fosse battuto i pugni sul tavolo dicendo che i soldi non ci sono ma solo per i lavoratori.
Come delegati sindacali ma prima ancora come lavoratori che queste condizioni le vivono quotidianamente, crediamo che ci si debba assumere le responsabilità di ciò che rappresentiamo e per cui lottiamo ogni giorno. Lo facciamo con estrema chiarezza e senza nasconderci dietro ideologie di facciata. Per queste motivazioni noi questo contratto non lo abbiamo firmato. Ognuno è responsabile di se stesso e noi rivendichiamo ciò per cui lottiamo quotidianamente.[1]
Sindacato Autogestito USI Sanità Careggi
NOTE
[1] Dopo oltre sei mesi di trattativa le sigle che hanno firmato il contratto integrativo aziendale sono CGIL, CISL, FIALS e FSI. Per la giornata di giovedì 28 marzo, al mattino, è stato organizzato un presidio di protesta da parte dei sindacati non firmatari, davanti alla Direzione dell’ ospedale.